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Non voglio santificare i giorni festivi perché sono la contabilità di quelli lavorativi e misurano le ore, i minuti ,i secondi .

Il sole , la luna solcano l'arco, perché nel riflesso li possa contemplare.Non programmo non taglio, non misuro, ma lodo i colori, la pace e l'ascolto notturno.
Il tempo tende a spiegare .... se lo sgualcisco , lui sa anche ripiegare.

Non voglio ricordare, preferisco dimenticare per il puro piacere di santigiocare.

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sabato 25 aprile 2015

11_PANT HEON_EONE

 
 
PANT HEON_EONE
Il Pantheon (dal greco Πάνθεον [ἱερόν] Pántheon [hierón], "[tempio] di tutti gli dei") è un edificio della Roma antica, costruito come tempio dedicato a tutte le divinità passate, presenti e future. Gli abitanti di Roma lo chiamano la Rotonna, o Ritonna[1] ("la Rotonda"),.................
 
 
 
Cassio Dione, un senatore romano che scriveva in greco, ipotizzava che il nome derivasse o dalle numerose statue di dei collocate lungo le pareti dell'edificio o dalla somiglianza della cupola alla volta celeste[9]. La sua incertezza lascia supporre che il nome Pantheon (o Pantheum) fosse soltanto un soprannome, non il nome ufficiale dell'edificio[10].
 
la RotonnaPANTHEON                                              rotonda di montesiepi
 
EONE=ANIMA
 
Il termine gnostico "Barbēlō" (greco: Βαρβηλώ)[1] si intende la prima emanazione di Dio nelle diverse forme di gnostico cosmogoniA. Barbēlō è spesso raffigurato come un principio femmina supremo, l'unico antecedente passiva della creazione nella sua molteplicità. Questa figura è anche variamente indicata come 'Padre-madre' (accennando la sua apparente androginia), ' primo essere umano ', 'Triplo androgino nome' o ' eterna Aeon'. Così importante fu il suo posto tra alcuni gnostici che alcune scuole sono state designate come Barbeliotae, adoratori di Barbēlō o Barbēlōgnostics.
 

Nel Apocryphon di John, un trattato di Nag Hammâdi contenente il racconto più vasta del mito della creazione Sethian, il Barbēlō è descritto come "il primo potere, gloria, Barbēlō, gloria perfetta negli eoni, la gloria della rivelazione". Tutti i successivi atti di creazione all'interno della sfera divina (Salva, fondamentalmente, che la minima eone Sophia) avviene attraverso il suo coaction con Dio. Il testo descrive così:

Questo è il primo pensato, la sua immagine; divenne il grembo di tutto, perché è lei che è prima di tutti, il madre-padre, il primo uomo (Anthropos), lo Spirito Santo, tre volte-maschio, il tre volte potente, quello androgino chiamato tre volte e l'eone eterno tra quelle invisibili e il primo a venire avanti.

 Significato[modifica]
Nei conti gnostici di Dio, le nozioni di impenetrabilità, stasi e ineffabilità sono di importanza centrale. L'emanazione della Barbēlō può dirsi di funzionare come un intermediario aspetto generativo del divino, o come un'astrazione dell'aspetto generativo del divino attraverso la sua pienezza. Lo spirito invisibile nascosto più trascendente non è raffigurato come partecipare attivamente nella creazione. Questo significato si riflette nella sua apparente androginia (rinforzata da alcuni dei suoi epiteti dato) e nel nome del Barbēlō stesso. Sono state proposte diverse etimologie plausibili del nome (Βαρβηλώ, Βαρβηρώ, Βαρβηλ, Βαρβηλώθ).


 
 Presso gli antichi Greci, il tempo in senso assoluto, adorato come una divinità nelle grandi religioni misteriche dell’età ellenistico-romana, e rappresentato come una figura umana avvolta da un serpente e con testa leonina, o anche come un vecchio barbato con la ruota zodiacale nella destra.2. Nella dottrina gnostica e neoplatonica, ciascuno dei numerosi esseri spirituali procedenti per emanazione dal Principio supremo, e concepiti come intermediarî, gerarchicamente disposti, tra il mondo della luce e il mondo della tenebra o materia.3. Più raram., nell’escatologia neotestamentaria, mondo (o parte del mondo), secolo.4. In geologia (anche nella forma èon, che riproduce la corrispondente voce ingl.aeon o eon), di tempo che abbraccia più ere geologiche: e. criptozoico, che va dalle origini della Terra all’era paleozoica esclusa; e. fanereozoico, dall’era paleozoica all’attuale. Unità di misura dei tempi geologici, corrispondente a un miliardo di anni.
In questa struttura unica, che non dimentichiamolo era intitolato a tutte le divinità, le cui effigi  erano simbolicamente raffigurante all’interno, negli altari collocati lungo la parete circolare, c’è una divinità alla quale viene assicurata la supremazia su tutte le altre: il Sole.
Ad ogni mezzogiorno di ciascun solstizio, il Pantheon offre lo spettacolo del fascio solare che proietta la sua luce esattamente al centro del portale di accesso, fenomeno che si ripete regolarmente allungandosi sempre più, obliquamente, dal 21 giugno al 21 dicembre fino ad arrivare, attraverso la grata sormontante il portone di accesso, al pavimento del pronao, esterno dunque alla Cupola.
 
il volume sferico della volta,  che idealmente riproduce la sfera celeste, viene tagliato dalla luce solare (modellata dall’oculus) durante gli equinozi, proprio dal cornicione, che invece riproduce simbolicamente l’equatore celeste.
E difatti innumerevoli elementi di natura cosmologica/astronomica sono rintracciabili nella costruzione, come ad esempio le file di 28 lacunari (o cassettoni) all’interno della volta, che in origine erano rivestiti di marmi decorati e di stelle: è appena il caso di dire che anche il numero 28 non è affatto casuale e richiama direttamente il numero delle fasi lunari.
Insomma, non è azzardato ipotizzare che il Pantheon sia stato concepito come un enorme, sofisticatissimo calendario di pietra, capace non solo di riprodurre i meccanismi della sfera celeste, e di mettere in simbolica comunicazione la Terra e il cielo, ma probabilmente anche di evidenziare il movimento dei pianeti grazie alle sette divinità planetarie conosciute allora, le cui effigi erano riprodotte all’interno del Tempio e che venivano illuminate anch’esse dalla meridiana diurna del Sole e da quella notturna della Luna.
Il Pantheon cioè come porta di connessione tra la Terra e l’Oltre, tra l’uomo e una dimensione ulteriore. 
 
................................
 
 
 Cassio Dione Cocceiano afferma che il "Pantheon" aveva questo nome forse perché accoglieva le statue di molte divinità o più probabilmente perché la cupola della costruzione richiamava la volta celeste (e quindi le sette divinità planetarie  e che l'intenzione di Agrippa era stata quella di creare un luogo di culto dinastico, dedicato agli dei protettori della Gens Iulia (Marte e Venere),Wikipedia
 

 I Sethiani, o Seziani, erano i membri di una corrente del Cristianesimo delle origini che si rifaceva a Seth, il terzo figlio di Adamo, indicato dagli gnostici come il capostipite dei pneumatici o spirituali e, a volte, come il depositario di una segreta rivelazione divina.

Al pari di altre correnti gnostiche, i Sethiani erano convinti che il mondo fosse stato creato non da Dio, ma da eoni che, nel loro complesso formavano il Pleroma. L'ultima degli eoni, Sophia (la Saggezza) o Madre Divina, generò sette figli, Ildabaot, Iao, Sabaoth, Adonai, Elohim, Astaphain e Horaios; essi crearono l'uomo a loro immagine e somiglianza. Dopo la caduta di Adamo e l'uccisione di Abele da parte di Caino, Sophia decise di inviare Seth a liberare la scintilla divina degli uomini, intrappolata nel mondo materiale.

Il Cristo era l'ultimo discendente di Seth, o addirittura lo stesso Seth, tornato per portare la conoscenza (gnosi) della salvezza e insegnarla agli iniziati. Tale conoscenza era contenuta in un libro segreto.

Ultima particolarità della dottrina sethiana era il loro docetismo. Cristo non era stato né crocifisso né tanto meno era risorto in quanto essendo di puro spirito non poteva morire.

Le opere[modifica | modifica wikitesto]

Molti dei testi scoperti a Nag Hammadi nel 1945, probabilmente, si rifanno alla gnosi seziana. I più importanti sono la Tre steli di Seth, l'Ipostasi degli arconti, l'Apocrifo di Giovanni, il Vangelo degli Egiziani e la Protennoia trimorfica.
Alcuni ritengono che anche il Vangelo di Giuda fosse un testo sacro fondamentale dei Sethiani, in quanto è citata la "stirpe di Set" come stirpe degli eletti.[1]

Le tre stele di Seth[modifica | modifica wikitesto]

Il codice in cui si trova Tre steli di Seth, noto anche come La rivelazione di Dositeo in merito alle tre stele di Seth, risale al 340 (Dositeo fu uno dei primi maestri gnostici). Secondo il testo, Seth fu il padre di tutti gli gnostici, coloro cioè che possedevano la conoscenza per non arretrare di fronte alle forze che dominano la creazione. Nella prima stele Dositeo si rivolge ad Adamas, il Figlio Superiore, padre di Seth e quindi progenitore di tutti gli gnostici che risiede al confine tra il mondo divino e quello demiurgico. Questi, in qualità di padre degli spirituali, rappresenta l'anello di congiunzione tra la diade superiore composta dal Padre e dalla Barbelo e quella inferiore composta da Seth e dagli gnostici. Egli è il passaggio obbligato per la salvezza. Nella seconda stele Dositeo si rivolge alla Barbelo, il primo eone, l'espressione femminile del Padre, la sua monade. Essa è la portatrice della luce, dell'intelletto e della vita in quanto in perenne contemplazione della fonte di luce primigenia. Nella terza stele Dositeo loda l'Essere Supremo, azione che può compiere solo grazie allo spirito vivificante dell'Adamas in Seth e dell'intelletto della Barbelo. La conclusione dell'opera esorta alla glorificazione di questi tre esseri in modo da essere "perfetto tra i perfetti".
Da questo testo si possono ricavare i significati di quattro figure fondamentali per la dottrina sethiana:
  • Seth rappresenta l'archetipo dello gnostico che si ribella all'ordine apparente delle cose e ricerca la conoscenza che lo potrà salvare;
  • Adamas rappresenta l'archetipo divino che deve essere di costante ispirazione per lo gnostico;
  • la Barbelo rappresenta le qualità totali del Padre, la conoscenza che viene infusa nello gnostico per portarlo alla salvezza;
  • il Padre rappresenta l'Essere Supremo, il punto di arrivo verso cui deve tendere lo gnostico.
  
 

 

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