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Ricordati di santificare le feste


Non voglio santificare i giorni festivi perché sono la contabilità di quelli lavorativi e misurano le ore, i minuti ,i secondi .

Il sole , la luna solcano l'arco, perché nel riflesso li possa contemplare.Non programmo non taglio, non misuro, ma lodo i colori, la pace e l'ascolto notturno.
Il tempo tende a spiegare .... se lo sgualcisco , lui sa anche ripiegare.

Non voglio ricordare, preferisco dimenticare per il puro piacere di santigiocare.

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domenica 17 gennaio 2016

CONCETTO PLATONICO DI (IDEA)

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CONCETTO PLATONICO
DI 
(IDEA-FORMA

SCHEMA
PENSIERO ETERNO
 http://margheitabiruschigrandemadre.blogspot.it/2015/08/pensiero-eterno.html
ABISSO
(CUORE)
essenza del fuoco
fiamma della sorgente di tutte le cose


pensiero pervadente                                      vibrazione


vuoto e nulla                                                           caos
verbo del fuoco


legge del tempo                                    ordine e armonia
luce 


pensiero eterno                                                       vita

uomo
mondo

CONCETTO PLATONICO
DI (IDEA-FORMA)riportato nello schema
ABISSO
(CUORE)

essenza del fuoco

fiamma della sorgente di tutte le cose


pensiero pervadente                    vibrazione
 IDEA DEL BENE
vuoto e nulla                                         caos


verbo del fuoco
IDEA

FORMA PURA 
ARCHETIPO
MODELLO
legge del tempo                ordine e armonia 

 IDEE-FORME ASSOLUTE
CAUSA

luce
ATTO 
INTUIZIONE


pensiero eterno                                    vita

CONOSCENZA
PENSIERO E ESSERE
uomo

mondo

Platone[modifica | modifica wikitesto]

Per Platone le idee hanno queste due caratteristiche:[8]Platone è il primo a fare dell'"idea" il perno del suo sistema filosofico, ponendo le basi di tutta la storia della filosofia occidentale. Bisogna intendere però l'idea platonica non come "concetto" bensì come "forma" e difatti Platone utilizza indifferentemente i termini ideaeidos ed ousìa ad indicare la forma comune di tutti i concetti.[5] L'idea platonica sottintende un'uniformità naturale, in cui alle diverse manifestazioni degli oggetti fa capo un'unica forma pura, o "idea", che le accomuna tutte, in maniera simile a un modello o unarchetipo.[6] Platone colloca tutte le "idee" in un mondo distinto, il mondo "iperuranio" (dal greco υπερ "oltre" e ουρανος "cielo"), da cui sgorgano come da una fonte per poi arrivare alla coscienza dell'umanità.[7]

  • Esse sono il fondamento ontologico della realtà: costituiscono cioè il motivo che fa essere il mondo, sono le “forme” con cui il Demiurgo lo ha plasmato.[8]
  • Come conseguenza del primo punto, le idee sono anche il fondamento gnoseologico della realtà: esse sono la causa che ci permette di pensare il mondo, costituiscono cioè il presupposto della conoscenza.[8]
Nelle idee consiste pertanto l'unione immediata di essere e pensiero che era stata enunciata la prima volta da Parmenide. Trovandosi tuttavia a dover conciliare la staticità di Parmenide col divenire di Eraclito, Platone le concepisce gerarchicamente, da un minimo fino a un massimo di essere, per rendere ragione della molteplicità del mondo. In cima a tutte sta l'idea del Bene, quella che possiede più propriamente l'Essere. Platone attribuiva infatti alle Idee una terza caratteristica:
  • Esse sono un valore, in maniera simile al significato odierno di “ideale” o principio morale.[9] Le idee sono il modello assoluto di riferimento per una vitagiusta e saggia. E questo vale non solo in ambito etico, ma anche in quello estetico, poiché esse rappresentano la qualità somma di ogni oggetto terreno.[10]Mentre nel mondo sensibile queste qualità sussistono solo come predicati o attributi delle singole realtà (per cui ad esempio si considera “bello” un quadro, “vero” un enunciato, “buona” una condotta), nel mondo iperuranio le idee costituiscono il Vero in sé, il Buono in sé, il Bello in sé, di cui quelle realtà sono semplici partecipazioni.[11] Via via che si sale nella gerarchia, ad ogni aumento di essere corrisponde un aumento di valore.
Poiché le idee sono anche il fine e la destinazione di ogni entità empirica, compito della filosofia è risalire dai dati sensibili fino alle idee, che si trovano ad un livello trascendente rispetto a quelli, nel senso che superano le loro particolarità transitorie e relative. Le idee infatti sono la realtà compiuta, l'essere in sé e per sé, e sono perciò assolute,[12] perché sussistono autonomamente e indipendentemente dagli oggetti del mondo fenomenico; questi ultimi invece esistono solo "in relazione" alle idee, e sono pertanto relativi, essendo mescolati al non-essere.[13]
Strumento di elevazione è la dialettica, che permettendo il raffronto tra realtà diverse, rende possibile il sapere (che delle idee è emanazione). Così ad esempio bianco e nero rimangono termini contrapposti e molteplici sul piano sensibile; tuttavia, è solo cogliendo questa differenza di termini che si può risalire al loro fondamento e comune denominatore, cioè l'Idea di Colore. Non si può infatti avere coscienza del bianco senza conoscere il nero. L'Idea resta comunque al di sopra della dialettica stessa, perché può essere colta solo con un atto di intuizione: non è dimostrabile logicamente, né è ricavabile dall'esperienza.[14]Quest'ultima svolge tuttavia una funzione importante, che è quella di risvegliare la reminiscenza (o ricordo) delle idee, le quali infatti si trovano già all'interno dell'anima, e sono perciò innate. L'uomo non le cercherebbe con tanto desiderio se non le avesse già viste con gli occhi dell'anima, prima di nascere; le idee platoniche costituiscono quindi un sapere interiore, corrispettivo sotto molti aspetti del daimon socratico.[15]


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