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Ricordati di santificare le feste


Non voglio santificare i giorni festivi perché sono la contabilità di quelli lavorativi e misurano le ore, i minuti ,i secondi .

Il sole , la luna solcano l'arco, perché nel riflesso li possa contemplare.Non programmo non taglio, non misuro, ma lodo i colori, la pace e l'ascolto notturno.
Il tempo tende a spiegare .... se lo sgualcisco , lui sa anche ripiegare.

Non voglio ricordare, preferisco dimenticare per il puro piacere di santigiocare.

APPUNTI --RIFLESSIONI--IPOTESI





mercoledì 7 ottobre 2015

SOGNO


SOGNO


scale appese sulla parete esterna rivestita con mattoncini, ultimo piano di una casa.
Un bambino di pochi anni, indica gli oggetti appesi, come se fossero giocattoli e mi invita a giocare con lui 

      9/10/2015....................................................................................

Giochiamo

12/10/2015.............................................................................
ORA

O
RA

O
Risultati immagini per cerchio con un punto al centro

RA
Risultati immagini per disco solare


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19/10/2015

AURORA
AURO - RA
AUR - ORA
AUR



Nel Libro dello Splendore, lo “Zohar”, leggiamo che lo “Ain”(Luce) diviene “Ain Soph”(Infinito o Luce Infinita) e ulteriormente “Ain Soph Aur”(Luce Assoluta non Manifesta) per rendere Sé comprensibile a se stesso, che poi per autoconcentrazione (Tzim-Tzum, termine Zoharico) si concentra in un unico Punto centrale e privo di dimensioni: Kether, la Corona, la prima Sephirah dell’Albero della Vita. 
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. L’ Ain, quindi è, per noi, il non-essere, è il Nulla, lo Zero Assoluto. 
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 Questa concezione cabalistica dello “Zero Assoluto” si affianca a quella del Tao cinese “Adombra la vacuità dello spazio.....non ha Padre ; è al di là del concepibile, Superiore al Sommo”. Si affianca a quella dello gnosticismo di Herbert Spencer che parla dell’Ain come dell’ ”Assoluto e dell’ Inconoscibile” e a quella della casta sacerdotale egizia che lo definisce l’ ”Oscurità tre volte grande”. Un altro simbolo della cultura indù per rappresentare questo Zero, fu il serpente Ananta, che racchiude fra le sue spire l’universo e che è raffigurato nell’atto di inghiottire la propria coda, allusione questa alla circolarità spirale e ciclica della natura.

Dobbiamo quindi addestrare la nostra mente a percepire lo stato di puro essere senza attributi o attività anche per quanto riguarda la Sephira Kether. Kether la possiamo immaginare come l’accecante luce bianca, non differenziata nei raggi dal prisma della forma, oppure pensare come l’oscurità dello spazio interstellare, che è nulla, eppure contiene le potenzialità di tutte le cose. Questi sono simboli su cui si può soffermare l’occhio interiore e realizzare così un punto fermo di lavoro. Kether è fondamentalmente diversa dalle altre Sephiroth, essa è il trascendente, l’ineffabile, l’origine di tutte le luci che riempiono le altre Sephirot. Nel corpo umano essa non ha una corrispondente specifica, in quanto lo avvolge tutto.

Il Testo Yetziratico chiama Kether “Intelligenza Occulta” e quindi dai cabalisti è chiamato “L’Occulto dell’Occulto” “L’Altezza imperscrutabile, la Testa che non è. La Corona infatti sta sopra la testa “dell’Uomo Celeste, dell’Adam Cadmon”; l’Essere Puro sta dietro la manifestazione e anzi, la emana. Kether è l’Abisso da cui tutto è sorto e in cui tutto ricadrà alla fine della sua epoca. Kether è la più intensa forma di esistenza anche se noi non la capiamo. Questo concetto di altri modi di esistenza è importante tenerlo a mente perché è la chiave per capire Kether e Kether è la chiave per capire l’Albero della Vita. Come tutti i colori insieme formano un’unica luce bianca così tutti gli attributi, le qualità, le forme e le sostanze messe insieme danno “Un Punto Pieno”. Kether, come già abbiamo detto, è appunto la concentrazione dell’Ain Soph Aur, è il punto determinato dallo TzimTzum da dove è nato il cosmo; è, anche, come la monade che Leibnitz definisce “un centro di energia spirituale, privo di estensione e indivisibile, colmo di vita, di attività e di forza incessante. È il prototipo di ogni realtà spirituale e fisica”. E gli scienziati, come Maxwell e Jeans James, immaginarono questa monade come una particella elettrificata emanante linee di forza per tutto lo spazio.

Lo Zohar spiega che la sorgente o Causa Prima di tutto il creato è Kether (Punto di emanazione) la prima Sephirah;


e che la corrente che ne è emessa è Chokmah, la seconda Sephirah; 




e il Mare, La Grande Madre, Binah, la terza Sephirah;


e infine che le sette Sephiroth rimanenti rappresentano sette canali che si diramano in ogni dove. 



Le Sephiroth, infatti, sono dieci e questo numero è considerato il numero perfetto, che include, senza ripetizioni, tutte le cifre, e che contiene l’essenza totale di ogni numero. Il numero dieci è onnicomprensivo, fuori di esso non esiste altro numero, poiché quanto è oltre il dieci fa ritorno all’unità.



................................http://digilander.libero.it/SacroFuoco/k/7k.htm


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 28/ 10 /2015

AURORA
AURO - RA
AUR - ORA
AUR








Phanes o Fanes, (in greco antico Φανης Phanês, "luce"), chiamato anche Protogonos ("il primo nato") e Erikepaios ("donatore di vita"), era una divinità primigenia della procreazione e dell'origine della vita nella cosmogonia orfica[1].
Emerso agli albori dell'universo dall'uovo cosmico deposto da Chronos (il Tempo) e Ananke (la Necessità), quale principio primo ed unico, era ermafrodito e da esso si generò tutto, o si rigenerò tutto[2][3].
Phanes fu il primo re dell'universo, finché, disinteressato al dominio (perché era già "tutto"), passò lo scettro a sua figlia Nyx (la Notte), che a sua volta lo cedette a Urano[3][1].
Un mito ricorrente è che Zeus dovette inghiottire Phanes per acquisirne il potere cosmico e diventare definitivamente il nuovo re dell'universo, pertanto è talvolta associato a Metis[4].
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(Wikipedia.)



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