PENSIERO ETERNO
ABISSO
(CUORE)
essenza del fuoco
fiamma della sorgente di tutte le cose
pensiero pervadente vibrazione
vuoto e nulla caos
verbo del fuoco
legge del tempo ordine e armonia
luce
pensiero eterno vita
uomo
mondo
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CONCETTO ARISTOTELICO
DI (FORMA)riportato nello schema
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CONCETTO ARISTOTELICO
DI (FORMA)riportato nello schema
ABISSO
(CUORE)
essenza del fuoco
fiamma della sorgente di tutte le cose
ATTO
PURO
pensiero
pervadente vibrazione
vuoto
e nulla caos
verbo del fuoco
FORMA
FORMA
legge
del tempo ordine e armonia
luce
ATTO
pensiero eterno vita
DIVENIRE POTENZA
uomo
mondo
FORMA IN ATTO
FORMA ATTUALIZZATA
FORMA ATTUALIZZATA
Potenza e atto[modifica | modifica wikitesto]
I due concetti di materia e forma sono riportati in Aristotele a quelli di potenza ed atto. Infatti la materia di per sé esprime solo la possibilità, la potenza, di acquisire una forma in atto nella realtà: perché si realizzi questo passaggio per cui ciò che è possibile diventi attuale, occorre che ci sia già una forma in atto, un essere attuato[3]. È chiaro che il passaggio dalla potenza (materia) all'atto (forma), che costituisce il divenire, è tale da poterlo concepire come senza fine, poiché ogni atto diviene potenza per un atto successivo[4] o meglio, sostiene Aristotele, avrà come termine ultimo un atto che ha realizzato tutte le potenze, tutte le potenzialità materiali e quindi non avrà più in sé alcun elemento materiale (potenza) e sarà allora un atto puro[5], Dio.
Concetto generale nella storia della filosofia[modifica | modifica wikitesto]
Potenza
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Potenza, (in greco δύναμις = dynamis) si riferisce essenzialmente alla considerazione ontologica delle cose, riguarda cioè il problema dell’oggettivo divenire del mondo, cioè la possibilità di realizzazione in atto, insita in un oggetto.[6]
Atto
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L'atto (nel latino scolastico actus, traduzione del greco ἐνέργεια (energheia) e ἐντελέχεια (entelekeia) è definibile come l’esistenza dell’oggetto in quanto realizzata (forma, integritas rei); si oppone alla potenza che l’atto precede ontologicamente come realizzazione perfetta e come fine. Da ciò deriva il significato di atto come operazione o piena di esplicazione dell’esistenza realizzata.[7]
Atto puro
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Atto puro è l'atto completamente realizzato, senza più potenza (nel senso che non ha bisogno di realizzarsi ulterioriomente) né materia. In Aristotele esso è Dio, il motore immobile. Il concetto è stato ripreso dall'idealismo, in cui l'atto puro è l'Assoluto. Nel neoidealismo si sposta sul pensiero: per Giovanni Gentile atto puro è il "pensiero nel momento stesso che pensa" (attualismo)
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